i Castelli Romani

I Castelli Romani sono quella gita fuori porta che permette di allontanarsi un po’ dal frastuono della città, sono quella punta pittoresca che si cerca quando si va in vacanza, il verde dei boschetti e il blu del Lago di Nemi, le case un po’ vecchie, color pastello sgretolato, quelle case sempre piene di fiori che riempiono le stradine.

I Castelli Romani sono Albano e la Villa con quei tronchi di pino enormi che chissà quanti anni hanno; Albano e la via centrale sempre trafficata, con tutti quei negozi quasi fosse Via del Corso; Albano e la Chiesa romana da cui ogni tanto si sente uscire la voce di qualche coro; Albano e i mercatini dell’usato e le stradine che salgono e le rovine e le fontane coi mascheroni.

I Castelli Romani sono Ariccia e la Sagra della Porchetta, quando ci si accalca per prendere al volo un panino, almeno uno spetta a tutti; Ariccia e quel ponte che si apre su tutta la pianura inondata dalla luce, con lo sguardo libero di correre fino al mare; Ariccia e le Fraschette, con il musicista un po’ sdentato che ti chiama “Sora Assunta”.

I Castelli Romani sono Genzano e quel tappeto lunghissimo di fiori che è l’Infiorata; Genzano e lo scorcio sul Lago di Nemi un po’ nascosto dalla Chiesa; Genzano e la casa ricoperta di gelsomini; Genzano dei forni, tanti, da cui esce sempre odore di pane fresco.

I Castelli Romani sono Frascati e il camioncino nella piazza, con i tavolini per pranzare con un panino e un bicchiere di birra; Frascati e il Belvedere con la cupola di San Pietro in lontananza; Frascati e lo stacco tra le case più nuove e le mura di pietra del centro storico; Frascati  e la Chiesa con i mattoncino colorati incastonati nel campanile romanico; Frascati e la chitarra elettrica che suona Santana davanti un’osteria, di quelle vecchio stile, con le botti; Frascati  e il ristorante rinnovato dallo Chef Cannavacciuolo , il cameriere che gioca a palla col bambino per strada.

I Castelli Romani sono Castel Gandolfo e l’attesa del Papa e il lancio del cappelli appena si affaccia sul cortile, e le strade , tutte in discesa perché in cima c’è solo il palazzo del Papa, le strade piene di gente e di fiori.

I Castelli Romani sono Nemi e le fragoline di bosco; Nemi e la passeggiata fino al lago, cogliendo le more; Nemi e il tramonto dietro al profilo del cratere, dal punto più alto del paese, accanto al fontanile ormai in disuso; Nemi e le luci calde dei lampioni; Nemi e le luci dei Castelli dall’altra parte del lago; Nemi e la fontana di acqua solfurea; Nemi e le tortine di pasta frolla, crema pasticcera e fragoline; Nemi e i ristoranti vista lago; Nemi e il museo delle navi romane, grandissime, riemerse dal lago in cui hanno navigato secoli e secoli fa; Nemi e quel negozietto che nasconde e svela a pochi una grotta che porta dentro la montagna, dentro al silenzio, dentro a un’umidità non toccata dal Sole.

I Castelli Romani sono un modo per ricordare come era prima il Lazio, per immaginare la serenità di luoghi semplici e belli, luoghi definiti, con un’identità.

I Castelli Romani sono la riscoperta di quelle tradizioni e di quelle peculiarità che, in una città grande come Roma o in città giovani come tante altre del territorio, si perdono nel marasma degli edifici e della quotidiana corsa.

I Castelli Romani sono un’oasi di Storia e di allegria che è bene non dimenticare.

P.S. e se trovate un furgoncino con il logo “Let’s go”, unitevi a loro! Vi porteranno  a fare un giro per i Castelli pieno di sorprese. Potrete dare un’occhiata al loro tour sul sito.

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